Vesuvius
Cosa sarebbe Napoli senza la sua montagna dalle grandi gobbe che si stagliano nel cielo e si specchiano nel mare? Lui è il Vesuvio, l’arbitro di vita e di morte di un popolo che ha nelle sue vene lo stesso fuoco che si dimena nelle viscere del suo cratere.
VESUVIUS nell’interpretazione di Paolo Ventrella coglie l’anima magica ed esoterica di quello che non è solo un vulcano, ma un simbolo, l’indiscusso sovrano di una città.
VESUVIUS rinasce così nei suoi nuovi materiali: creta, ferro, piombo, resina e si tuffa in bagni di colori arditi che gli conferiscono ufficialmente la consacrazione in icona. L’opera dà al vulcano una dimensione sacrale, ne è testimonianza la lava che spudorata, eroticamente, discende dalle sue pendici in forme di labirinto, infiniti enigmi e geroglifici del mistero.
VESUVIUS nell’interpretazione di Paolo Ventrella coglie l’anima magica ed esoterica di quello che non è solo un vulcano, ma un simbolo, l’indiscusso sovrano di una città.
VESUVIUS rinasce così nei suoi nuovi materiali: creta, ferro, piombo, resina e si tuffa in bagni di colori arditi che gli conferiscono ufficialmente la consacrazione in icona. L’opera dà al vulcano una dimensione sacrale, ne è testimonianza la lava che spudorata, eroticamente, discende dalle sue pendici in forme di labirinto, infiniti enigmi e geroglifici del mistero.
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